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Nel 2012, quando l’avventura di Antagonisti è iniziata, la rivalutazione dei piccoli borghi di montagna non aveva ancora preso piede ma Chicco e Ferru hanno comunque deciso di tornare al paese di origine e fondare lì la propria impresa. Lì, a Melle, un paese che allora offriva solo un negozio di alimentari e una panetteria.
La piccola rivoluzione che Antagonisti voleva attuare era la valorizzazione di un territorio cosiddetto marginale ma, dal loro punto di vista, ricco di potenzialità.
Un modo per farlo, secondo i fondatori di Antagonisti, era scommettere su prodotti, settori e servizi che fossero meno condizionati dalla stagionalità.
L’impatto delle stagioni, infatti, è molto forte nelle aree montane, sia sulle produzioni agricole che sui settori turistico e ricettivo. Per tanti anni, per esempio, le montagne sono state luogo capace di “attrarre” solo se attrezzate per gli sport invernali; alcuni prodotti agricoli, in montagna e in alcune stagioni, non si riescono a coltivare. Questi fattori hanno portato, nei decenni, a uno spopolamento delle aree interne.
Ora il trend al contrario – il ripopolamento delle zone montane – è in crescita ma nel 2012 era ancora un’avventura per pochi.
Giuliana ci spiega come dunque l’intenzione di Antagonisti fosse – e continui a essere – quella di far vivere un territorio puntando sulla birra, sui settori ristorativo e ricettivo e sullo sviluppo di comunità offrendo servizi, spazi di socialità e aggregazione positivi e generando occupazione.
Antagonisti, fin dall’inizio, ha deciso di puntare su materie prime di qualità, appoggiandosi a piccole realtà vicine o attraverso l’autoproduzione. In entrambi i casi, guidati da valori imprescindibili: il rispetto della natura e del territorio.
“Vivere in un posto come questo – dice Giuliana – ti contagia molto. E’ difficile non pensare alla sostenibilità ambientale nel momento in cui vivi a stretto contatto con la natura. Diventa anche lei parte dell’azienda, direziona il modo di fare impresa perché molte suggestioni arrivano direttamente da lei”.
Questa consapevolezza è stata determinante nella scelta di creare l’orto degli Antagonisti: un modo per produrre le materie prime che servono all’Officina ma anche per permettere ai dipendenti di lavorare all’aria aperta e, con le mani nella terra, riconnettersi alla natura.
Contribuire a produrre le materie prime, fare esperienza di quello che c’è dietro i piatti che vengono serviti ai clienti (i ritmi della natura e la propria fatica compresi), aiuta a sentire maggiormente i valori che l’azienda veicola tutti i giorni.