15 Novembre 2021 / Humus Job / Rete

Antagonisti: birra, ospitalità, passione e la rinascita dei borghi montani

Antagonisti non è un nome a caso. 
E’ una scelta controtendenza iniziata nel 2012, a Melle, in Valle Varaita (CN).
E’ un progetto ambizioso e virtuoso che ha come obiettivo la rivalutazione di un territorio marginale. La strada per raggiungere quella meta: far fare ai clienti esperienze a 360°.
E’ un progetto pieno di passione e una fucina di idee: un luogo di aggregazione dove si possono gustare buone birre e piatti cucinati con materie prime di alta qualità in equilibrio tra tradizione e nuove idee – Officina Antagonisti; una struttura di accoglienza in cui tutti gli spazi sono pensati per rispondere alle esigenze di chi viene ospitato – Ostello Antagonisti_Dream Factory; e infine, un orto pensato e realizzato per produrre le materie prime necessarie al ristorante.

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© ecobnb.it

Abbiamo intervistato Giuliana Radosta – responsabile comunicazione di Antagonisti – che ci ha raccontato la storia del Progetto.

Insieme, abbiamo percorso le strade del paese e, tra i sorrisi dei paesani, saluti in dialetto e un panorama mozzafiato di aria tersa e foliage, abbiamo visitato le strutture di cui si compone questa impresa; come in un viaggio, abbiamo ripercorso le tappe dell’avventura degli Antagonisti di Melle.

Siamo partite dalla piazza del comune, dove è nato tutto.

© Antagonisti

Tutto è nato nel 2012, dai due fondatori Enrico Ponza (Chicco) e Fabio Ferrua (Ferru). Il primo è nato e cresciuto a Melle; Fabio è di un paesino poco più a valle, Rossana. A Melle si sono conosciuti e sono diventati amici. E durante una festa, hanno scoperto anche la passione comune: la birra
Trasferitisi entrambi a Torino, hanno iniziato a specializzarsi facendosi le ossa con altri mastri birrari: Chicco da Soralamà – in Val di Susa, Fabio al birrificio La Piazza. Dopo 7 anni nel capoluogo piemontese, sono andati in Belgio per approfondire le conoscenze.

Tornati in Italia, Enrico e Fabio hanno iniziato l’avventura e a produrre le loro birre: e così, con un chiosco estivo – il Birroschio, è nato Antagonisti Gipsy Brewers – birrai itineranti.

Nel nome si può già trovare la loro scelta imprenditoriale: non aprire un birrificio ma creare una propria ricetta, esternalizzando la produzione e affidandola a un mastro birraio.
Ancora ispirati dal viaggio, la loro prima birra è stata Bulan, una Saison belga. Il secondo anno, hanno prodotto Armaros, una Amber Ale.

Sulla base di questa scelta consapevole, nel 2013 hanno fondato il loro Brew Pub.
E nel 2014 hanno aperto l’Officina: all’inizio, solo un corridoio; oggi, 3 sale, un dehor e 6 linee di spine. Un locale suggestivo – ne abbiamo assaporato l’essenza non appena Giuliana ci ha accompagnate al suo interno: saltano all’occhio le foto – che raccontano il passato e il presente di quel luogo – e l’aria familiare che si respira. Un’atmosfera di casa in cui si percepisce la storia e si intravedono i progetti in cantiere.

Il Brew Pub – oggi Officina Antagonisti – è diventato a tutti gli effetti un ristorante, per i piatti che vengono proposti.
In cucina è costante la ricerca di un equilibrio tra rivisitazione delle ricette e rispetto della tradizione, piemontese e occitana. L’idea è che attraverso i piatti e i sapori si possano raccontare Melle e la Valle Varaita.
Far conoscere il territorio, narrandone storia e particolarità, prendersi il tempo per raccontare le birre, coccolare i clienti, creare un luogo piacevole in cui socializzare: sono stati i motivi che hanno spinto Antagonisti a puntare meno sulla creazione di un birrificio quanto piuttosto di un luogo accogliente.  

Dalla piazza ci siamo spostate davanti alla vecchia scuola elementare del paese che è ora una struttura per accogliere abitanti temporanei, smart worker o digital nomad, persone che vogliono staccare un pò la spina: un luogo pensato per far vivere a pieno l’esperienza di vita di un piccolo borgo di montagna

Nello sviluppo del progetto Antagonisti, infatti, si è aperta la strada per realizzare un ulteriore desiderio: far vivere Melle per qualche giorno in più.

A inizio 2020, hanno partecipato a un bando del comune che aveva come obiettivo lo sviluppo di un progetto di accoglienza e che poneva come unico vincolo, la creazione di un ostello.

© Antagonisti

Antagonisti ha deciso di partecipare e così è nato Ostello Antagonisti, Dream Factory

Durante il primo lockdown hanno lavorato sodo per sistemarne gli interni, recuperare il mobilio, renderlo bello e accogliente, come possiamo vederlo oggi.

Abbiamo visitato l’Ostello e rispecchia il nome che gli hanno dato: un posto generativo di sogni. Infatti, non abbiamo trovato una vecchia scuola ma un luogo dove la storia ha trovato nuova vita e dove si possono sperimentare passioni e creare relazioni.

Gran parte del mobilio è stato costruito da Samuele Magro – giovane membro del team Antagonisti – e Ferru, attraverso il recupero di vecchi mobili e materiali.
“Il nostro mantra è trasformare anziché buttare”, ci spiega Giuliana. 
Un grande lavoro di squadra in cui ciascuno ha offerto le proprie potenzialità e competenze.

Il risultato finale è un ostello ibrido: spazi privati e in comune, ogni zona pensata per accogliere le esigenze di tutti. L’ostello inoltre prende la forma degli abitanti temporanei che ne varcano la soglia: è diventato scuola di teatro, di musica, si è trasformato in scuola di inglese, cinema all’aperto. 

© Antagonisti

Proseguendo il nostro itinerario, siamo giunte all’orto, realizzato durante il 2° lockdown, dove si producono le materie prime che vengono utilizzate nella cucina dell’Officina

Un orto che ha preso vita anche grazie alla collaborazione con Fiore (Lorenzo Barra), ex cuoco di Antagonisti, e la CSA Cresco

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© Antagonisti

Nel 2012, quando l’avventura di Antagonisti è iniziata, la rivalutazione dei piccoli borghi di montagna non aveva ancora preso piede ma Chicco e Ferru hanno comunque deciso di tornare al paese di origine e fondare lì la propria impresa. Lì, a Melle, un paese che allora offriva solo un negozio di alimentari e una panetteria.
La piccola rivoluzione che Antagonisti voleva attuare era la valorizzazione di un territorio cosiddetto marginale ma, dal loro punto di vista, ricco di potenzialità. 

Un modo per farlo, secondo i fondatori di Antagonisti, era scommettere su prodotti, settori e servizi che fossero meno condizionati dalla stagionalità.
L’impatto delle stagioni, infatti, è molto forte nelle aree montane, sia sulle produzioni agricole che sui settori turistico e ricettivo. Per tanti anni, per esempio, le montagne sono state luogo capace di “attrarre” solo se attrezzate per gli sport invernali; alcuni prodotti agricoli, in montagna e in alcune stagioni, non si riescono a coltivare. Questi fattori hanno portato, nei decenni, a uno spopolamento delle aree interne.
Ora il trend al contrario – il ripopolamento delle zone montane – è in crescita ma nel 2012 era ancora un’avventura per pochi.

Giuliana ci spiega come dunque l’intenzione di Antagonisti fosse – e continui a essere – quella di far vivere un territorio puntando sulla birra, sui settori ristorativo e ricettivo e sullo sviluppo di comunità offrendo servizi, spazi di socialità e aggregazione positivi e generando occupazione.

Antagonisti, fin dall’inizio, ha deciso di puntare su materie prime di qualità, appoggiandosi a piccole realtà vicine o attraverso l’autoproduzione. In entrambi i casi, guidati da valori imprescindibili: il rispetto della natura e del territorio.

“Vivere in un posto come questo – dice Giuliana – ti contagia molto. E’ difficile non pensare alla sostenibilità ambientale nel momento in cui vivi a stretto contatto con la natura. Diventa anche lei parte dell’azienda, direziona il modo di fare impresa perché molte suggestioni arrivano direttamente da lei”.

Questa consapevolezza è stata determinante nella scelta di creare l’orto degli Antagonisti: un modo per produrre le materie prime che servono all’Officina ma anche per permettere ai dipendenti di lavorare all’aria aperta e, con le mani nella terra, riconnettersi alla natura.
Contribuire a produrre le materie prime, fare esperienza di quello che c’è dietro i piatti che vengono serviti ai clienti (i ritmi della natura e la propria fatica compresi), aiuta a sentire maggiormente i valori che l’azienda veicola tutti i giorni.

La sostenibilità non è scontata e perché diventi un circolo sempre più virtuoso è imprescindibile il contatto con il consumatore, elemento della filiera che deve diventare sempre più consapevole del proprio ruolo attivo.
Per questo, e per trasmettere i propri valori, Antagonisti ha scelto di puntare sulla relazione con i clienti e molto tempo viene dedicato al racconto dei prodotti e delle scelte. Un dialogo fondamentale per evitare che “non capendo perché stiano pagando 10 euro un panino, o perché alcune cose costino di più, scelgano di non tornare e possano pensare soltanto che siamo diventati snob” (Giuliana). 

Essere sostenibili al 100% non è semplice. Ci sono in ballo l’attenzione per i lavoratori, per le persone, per l’ambiente, gli aspetti economici; il ruolo attivo e determinante di tutti gli attori della filiera e la consapevolezza di ciascuno.
“Come azienda, oggi, non siamo totalmente sostenibili” afferma Giuliana. Ma è l’obiettivo a breve termine a cui puntano e sono sicuri di poterlo raggiungere; perché ciò avvenga, però, è importante che ogni scelta – imprenditoriale o della vita privata di ciascuno – sia il più consapevole possibile.
La consapevolezza come base per la sostenibilità.

A questi ingredienti, gli Antagonisti credono sia importante aggiungere un modello di impresa che punti su partecipazione e democraticità e una tensione costante alla collaborazione con altre realtà.

Dagli Antagonisti si percepisce un’aria familiare e il progetto è sentito da tutte e tutti e, come un figlio, ognuno contribuisce alla sua crescita, alla sua stabilità; i due fondatori e ciascun collaboratore con le proprie idee, competenze, aspirazioni.

E come in una famiglia, dice Giuliana, ci sono più pilastri portanti: “In un punto c’è Chicco – la parte più visionaria e orientata al futuro; nel mezzo i collaboratori – ognuno con le proprie responsabilità; a chiudere il cerchio Ferru – la visione presente, la parte concreta.” L’idea visionaria di uno è resa realizzabile dall’approccio fattivo dell’altro: equilibrio e complementarietà.

Tutto il progetto degli Antagonisti si basa sul fare rete e creare connessioni, rigettando completamente le tendenze individualiste, oggi ancora troppo pregnanti nella nostra società.
La collaborazione è anche uno degli ingredienti necessari per creare un nuovo modello di fare impresa, più orizzontale.

Anche per questa convinzione sono entrati nella Rete ‘Humus’, “una scelta – afferma Giuliana – guidata da più opportunità.”
Formalizzare una rete già esistente.
Condividere attrezzi, manodopera, strumenti, in modo regolamentato.
Avere un coordinamento esterno. 
Una convenienza economica ma, soprattutto, la possibilità di acquisire qualcosa attraverso lo scambio di modelli, conoscenze…
Senza dimenticare un elemento altrettanto importante: l’agevolazione di tutta la parte burocratica – che spesso chi fa impresa non ha tempo di seguire – e il supporto nel trovare nuovi fondi, bandi, realizzare proposte, idee.

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© Humus Job

E mentre parlavamo di reti e collaborazioni, dal dehor dell’Officina dove il tour si è concluso, abbiamo osservato Ferru all’opera con l’ultimo progetto di Antagonisti: un temporary shop. Un negozio per il periodo natalizio, un luogo dove vendere i loro prodotti, con una parte dedicata alle aziende del Gruppo Territoriale della Rete ‘Humus’. 

 

 

Antagonisti – Pirati di Montagna – visionari ma con i piedi ben piantati a terra. 
Un team di giovanissimi che in 10 anni ha realizzato davvero tanto e che continua a intraprendere nuovi percorsi, ispirato dalle montagne della Valle Varaita. 

“Adesso, con il foliage, la montagna diventa una tavolozza di colori che ispira, la creatività diventa più semplice: guardi la montagna e ti chiedi come puoi combinare quei colori per creare qualcosa di nuovo.”

Così chiude Giuliana mentre ci offre una birra.

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