13 Dicembre 2021 / Humus Job / Rete

Notizie dall’assemblea della Rete di Humus Job

La scorsa settimana, il team e le aziende di Humus Job sono state impegnate in una due giorni interamente dedicata al tema del cambiamento sociale in agricoltura con un focus specifico su collaborazione, filiere etiche e lavoro regolare.
Un evento impegnativo per l’organizzazione ma entusiasmante per le connessioni, le energie positive e le riflessioni che ha generato.

In questo articolo, oggi, parleremo della giornata di venerdì 3 dicembre, dedicata alle aziende che hanno aderito al Contratto di Rete di Humus Job.

Per l’Assemblea siamo stati ospitati dalla Cooperativa I Tesori della Terra, azienda retista che ci ha offerto i suoi spazi accoglienti a colorati.

Per sapere cosa è successo il sabato, nel corso dell’evento aperto al pubblico, bisognerà pazientare fino a lunedì prossimo. 

A nove mesi dal lancio ufficiale, le aziende che hanno aderito sono prevalentemente piemontesi, con una forte presenza in provincia di Cuneo, ma ne fanno parte anche aziende extra-territoriali (Lombardia, Calabria, Puglia).

Venerdì hanno partecipato alla giornata 14 delle 23 aziende della rete.
Quando l’Assemblea della rete ha deciso i giorni dell’evento, eravamo consapevoli che non saremmo riusciti a essere tuttǝ presentǝ.
Perché impegnarsi due giorni fuori dalla propria azienda agricola, per un agricoltore significa fare salti mortali molto impegnativi (ché forse nemmeno Yuri Chechi sarebbe riuscito); perché nella rete di Humus Job ci sono anche ristoratori che non possono tenere chiusi i propri ristoranti per due intere giornate; perché per piccole e medie aziende agricole come quelle che intercetta Humus Job, la sostenibilità economica è un elemento pregnante e chiudere l’attività per due giornate ha un impatto significativo.
E così che alcuni hanno dovuto scegliere in quali momenti della due giorni essere presenti.

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Gli obiettivi della giornata a porte chiuse della Rete erano molteplici: conoscersi di persona, allinearsi sul senso di identità e sulle prospettive future, definire dei criteri condivisi per far parte della rete e, ultimo ma non ultimo, valutare quanto fatto nel corso di questi primi 9 mesi di vita del network e programmare le azioni future.

Il Team di Humus Job è a disposizione della rete non soltanto per coordinare le azioni da sviluppare, lo sharing delle risorse (strumenti, beni, manodopera) e progettualità future, promuovere la rete stessa e le aziende che ne fanno parte e seguirle nei percorsi di eticità finalizzati al rilascio del marchio “Lavoro 100% Etico”.

Elena, Cecilia, Claudio e Luca, hanno competenze di lavoro con gruppi e processi di attivazione di comunità: per questo motivo, tutta la giornata è stata scandita da attività strutturate per facilitare il dialogo, una partecipazione attiva e democratica e il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

La rete di Humus Job, come abbiamo raccontato in più occasioni, ha un respiro nazionale benché organizzata in gruppi territoriali.
Alcune aziende entrano singolarmente nel network mentre altre aderiscono con imprese vicine, in piccoli gruppi, formalizzando così delle collaborazioni già in essere.
Dunque alcune aziende sono già in stretta connessione mentre altre, essendo rappresentati territori differenti, no.

Era necessario partire dall’approfondimento della conoscenza tra tutte e tutti e dalla condivisione di informazioni sulle rispettive imprese.

Un altro elemento su cui le aziende retiste desideravano lavorare era l’aspetto identitario nonché un allineamento su valori e visione.

Il Contratto di Rete e il Disciplinare del Lavoro sostenibile in agricoltura che le aziende firmano all’ingresso nel network, sono già scritti e definiti da Humus Job, capofila della stessa rete d’impresa.
In qualche modo, le imprese che aderiscono a questa sanno esattamente quale sia il contenitore valoriale e quali siano gli assunti di base che fondano la rete. Valori che sottolineano l’importanza di un approccio collaborativo, di metodi di coltivazione rispettosi della natura e lavoro regolare per tutte e tutti per portare un cambiamento sostenibile in agricoltura.

Altrettanto importante, però, è un processo di allineamento e di condivisione della visione con le aziende che entrano a far parte della rete.

Da anni impegnati nel lavoro nei territori e con i gruppi, infatti, il team di Humus Job sa bene quanto sia importante coinvolgere le persone nei processi decisionali attraverso metodi partecipativi e, perché un cambiamento avvenga, quanto sia fondamentale che tutte le persone coinvolte si sentano partecipi dello stesso e abbiano spazi in cui principi, obiettivi e metodologie possano essere discussi e concordati, all’interno di una cornice di valori più ampia definita e condivisa preliminarmente.

Il lavoro sull’identità e sui valori, espresso attraverso l’immagine di un albero, è ruotato intorno a tre domande fondamentali.

“Cosa significa per me fare rete?”, domanda identificata nelle radici dell’albero.
“Perché ho deciso di entrare nella Rete di Humus Job?”, rappresentata nel tronco.
Infine, “Come mi immagino la Rete di Humus Job nel futuro?” per identificare – nei rami – l’area del sogno e delle aspettative.

I valori che accomunano le aziende che hanno aderito alla Rete riportano ai temi della reciprocità e dello scambio, alla possibilità di ampliare il potenziale dei singoli e la loro forza attraverso l’unione e la collaborazione. C’è la consapevolezza della natura sociale dell’uomo e della collaborazione come strumento per non sentirsi soli e non far sentire soli.

La solidarietà e la cooperazione emergono come valori fondamentali per crescere, per ampliare conoscenze, prospettive, far fronte a sfide che, da sole, le singole imprese faticano ad affrontare. La condivisione e la collaborazione, come strumenti per ampliare risultati con ricadute positive anche sui territori.

Anche l’aspetto politico emerge come fattore determinante: fare rete, infatti, permette di avere una voce più forte rispetto a un mondo che va in una differente direzione, di ridefinire dal basso valori nel mondo dell’agricoltura. 
Significa avere una cassa di risonanza per la voce dei singoli.

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Dalla domanda “Perché sono entrato nella Rete di Humus Job ?”, invece, emergono come elementi significativi il pragmatismo, la presenza di strumenti concreti e di un team che coordina e facilita.

Questo elemento sottolinea l’importanza del fare pratico per apportare cambiamenti in un settore molto conservatore come quello agricolo. E la consapevolezza che, per portare avanti dei processi di cambiamento, sia indispensabile una facilitazione delle dinamiche di gruppo, strumenti efficaci e pratici di lavoro, qualcuno – possibilmente slegato dal lavoro nei campi – che coordini.

Un altro elemento che spinge le aziende ad aderire alla Rete di Humus Job è il forte impatto sociale e i valori di condivisione, rete e legalità su cui si fonda.

Collegato all’aspetto politico emerso tra i valori, il fatto che con la Rete di Humus Job si possa “far rumore”, sensibilizzare, veicolare messaggi diversi da quelli mainstream, distinguersi ed essere massa critica, sono fattori determinanti per molti nella scelta di aderire.

E infine, ma non con minor peso, emerge come l’amicizia, le relazioni e il calore umano siano valori importanti al fine di costruire qualcosa di veramente differente e con un forte impatto.

 

Anche gli elementi legati alla visione futura e alle aspettative si collegano a quanto emerso nelle altre parti dell’albero: infatti, è pregnante la possibilità di diventare un punto di riferimento, per gli agricoltori, i lavoratori, i consumatori; essere uno strumento che non perde la propria coerenza ma aumenta sempre di più la propria concretezza; essere una rete innovativa a supporto di una filiera etica a 360°; diventare una forza politica e culturale, riconosciuta e con un ruolo di rappresentanza dal basso che partecipa a processi decisionali.

Benché, come si è detto, il contenitore della rete sia definito dalla nascita del contratto di rete stesso, è stato importante ragionare insieme alle aziende attualmente aderenti sui requisiti che dovrebbe avere un’azienda che vuole entrare nel network.

Il focus del ragionamento ha ruotato sugli elementi che Humus Job e le aziende retiste ritengono fondamentali per poter attuare un significativo cambiamento nel mondo dell’agricoltura: regolarità del lavoro, approccio economico, filiere, metodi di coltivazione, partecipazione.

Rispetto al tema del lavoro, emerge il problema della sostenibilità economica di un’azienda – soprattutto se piccola – quando tutto si svolge nella totale regolarità e quanto questo tema debba essere affrontato a livello istituzionale e giuslavoristico.

Sul tema delle filiere, secondo le aziende, è pregnante il ruolo della GDO nella definizione delle regole ed è dunque importante differenziare le produzioni e i canali di distribuzione valorizzando la connessione con i consumatori e con i territori nella direzione di una maggiore corresponsabilità di tutti gli attori coinvolti e di maggior fiducia tra gli stessi.

Dalla riflessione sui metodi di coltivazione, ecco due idee interessanti che il gruppo ha condiviso: innanzitutto, l’importanza di contagiare anche chi coltiva con metodi convenzionali perché si ritiene necessario non chiudersi in piccole nicchie, bensì ampliare quanto più possibile il ragionamento; per certificare la qualità delle aziende, la garanzia partecipata può essere un metodo positivo e concreto.

Anche rispetto all’approccio economico, torna il tema della vicinanza fisica, del rapporto con i territori, della fiducia, della solidarietà e della corresponsabilità come strumenti efficaci per generare cambiamenti sostenibili, uniti ad accordi preventivi basati su chiarezza e trasparenza.

E infine, sul tema della partecipazione, pur riconoscendone l’importanza, le aziende retiste sono abbastanza concordi nel sottolineare l’importanza di una rete coordinata da un terzo per far fronte alle difficoltà oggettive degli imprenditori agricoli di essere sempre presenti e iper partecipi, soprattutto nei momenti di impegno nei campi maggiore.

In linea con questi ragionamenti, le ultime attività che le aziende hanno svolto al termine della giornata, sono state finalizzate alla verifica di quanto fatto nel corso del primo anno di vita della rete e a proporre e programmare le azioni per il prossimo futuro.

In meno di un anno di vita della rete e con “sole” 23 aziende aderenti, possiamo dire che sono state realizzate tante belle azioni, come abbiamo raccontato anche in un altro articolo.
La condivisione della manodopera tra alcune aziende. Panieri, mercati, laboratori di trasformazione e attrezzature condivise. Promozione e sensibilizzazione della rete e per voce della stessa.

Se in 9 mesi, 23 aziende sono riuscite a concretizzare così tante azioni, il potenziale dello strumento della rete d’impresa è grande.

E il potenziale di una rete come quella di Humus Job è grande non soltanto per la concretezza degli strumenti che offre e per la facilitazione e il coordinamento.
E’ grande perché sono le aziende che vi aderiscono a fare la differenza.
E’ grande perché le relazioni positive tra le persone sono fondamentali per generare un cambiamento e la condivisione di visione, di ideali e di obiettivi la rende concreta.

E’ grande perché, per attuare un cambiamento positivo, è necessario provare piacere, prendersi il giusto tempo per sorridere, divertirsi, stare insieme come esseri umani, regalarsi dei momenti di svago.

E nella giornata del 3 dicembre, le 23 aziende della rete e il team di Humus Job, quei regali di umanità se li sono fatti.
Ed è stato potente, rigenerante e bello.

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