13 Settembre 2021 / Humus Job / Rete

CONNETTERE PER INNOVARE: “ACCADEMIA DELLA VIGNA”

Accademia della Vigna è un progetto sperimentale che si propone di creare e testare un modello innovativo di alternanza tra formazione e inserimento lavorativo regolare di manodopera nel settore vitivinicolo, nei territori attorno alla città di Alba

La necessità di proporre modelli innovativi nell’ambito della formazione e dell’inserimento della manodopera in un settore florido come quello del vino albese può sembrare curioso. Le terre del barolo e del barbaresco hanno bisogno di innovazione, sebbene abbiano conquistato tutti i mercati mondiali?

La realtà ci mostra in effetti un settore in grande crescita da molti anni, in particolare per quanto riguarda i vini ‘nobili’, ma altrettanto in trasformazione dal punto di vista della manodopera impiegata per la coltivazione e la raccolta dell’uva. Oggi, la gran parte delle aziende agricole che si occupano di vite nelle langhe piemontesi si avvalgono di Cooperative di lavoro esterne alle proprie aziende per compiere le operazioni necessarie alla crescita e maturazione delle uve. Si tratta di Cooperative di lavoratori, spesso di origine straniera, che vengono ingaggiate con la formula dell’appalto: l’azienda affida in toto la lavorazione delle proprie vigne, o per alcune lavorazioni specifiche, e queste ditte esterne si occupano di tutto. Creano le squadre di lavoratori, li trasportano sui terreni, svolgono le operazioni necessarie, sovrintendono alla sicurezza e rilasciano fattura all’imprenditore agricolo. “Senza i lavoratori dell’Est, non ci sarebbe alcun barolo” affermano senza esitazione i maggiori produttori. Tanto che, l’annata 2020 si ricorderà per il panico derivato dal blocco delle frontiere a Est e l’allarme lanciato dai produttori rispetto alla vendemmia a rischio.

E’ questo il sistema che negli ultimi anni si è affermato nei territori del basso Piemonte, maestri della produzione vitivinicola e patrimonio dell’Unesco: Langhe, Roero, Monferrato.

Un sistema che però inizia a mostrare le sue falle.

Secondo i sindacati e alcuni osservatori del mondo vitivinicolo, alcune cooperative fanno una corsa al ribasso sul prezzo finale da proporre alle aziende, e chi ne paga le conseguenze sono gli operai agricoli. Ultimo anello di una catena di intermediari, sono loro a prendere stipendi molto inferiori a quello che la contrattazione nazionale prevederebbe. Inoltre, sono loro a non avere diritto a un alloggio sicuro durante le stagioni di picco lavorativo in vigna, in particolare nel periodo della vendemmia. E così negli ultimi anni, da Canelli ad Alba, sono iniziati a sorgere i primi ripari degli stagionali in strada. E un fenomeno che sembrava relegato al mondo della frutta di Saluzzo, ha iniziato ad affacciarsi anche nelle capitali del vino nazionale.

© Maja Petric _ Unsplash

In tutto questo, il mondo del sociale non è rimasto a guardare e ha inizialmente risposto in maniera repentina all’emergenza abitativa. I dormitori e le associazioni di volontariato si sono mossi per dare ospitalità agli stagionali in strada. Parallelamente, nel 2020, grazie all’idea di due viticoltori sensibili e abitanti i territori attorno ad Alba, ha provato ad elaborare soluzioni alternative alle cooperative. Ed è da questa idea embrionale sorta dalla volontà di Marisa Merlo, che nasce l’incontro dapprima con Humus Job e poi con Exar, per provare a sperimentare sistemi innovativi che riportino le aziende agricole ad assumere direttamente e a farsi carico della manodopera e delle sue necessità. Accademia della Vigna è quindi un progetto formativo e di inserimento lavorativo nato per coniugare le esigenze delle aziende agricole e quelle dei lavoratori del comparto vitivinicolo. Tornare a far sì che le aziende conoscano i propri lavoratori e li formino sul campo in base alle proprie necessità e al proprio modo di intendere il ciclo di lavorazione della vite, supervisionare alla qualità del lavoro e creare passione e legami all’interno delle imprese sono obiettivi perseguibili attraverso un percorso di riavvicinamento tra datore e lavoratore. Nell’ottica che i lavoratori tornino ad essere dei collaboratori e non solo degli esecutori. 

Per fare questo, il progetto prevede una serie di azioni modulate secondo il modello dell’Academy, ovvero di un percorso formativo co-creato e co-progettato con le aziende agricole stesse.

La formazione vedrà 3 momenti specifici: un corso di italiano tecnico fornito dalle insegnanti del Cpia di Alba, per coloro che non sono italiani madrelingua (la maggior parte degli operai agricoli è di origine straniera); un corso sui diritti del lavoro e sulla sicurezza tenuto dall’associazione Anolf, in collaborazione con la Fai Cisl; e una formazione tecnico-applicata fornita e coordinata da Exar. La formazione tecnica seguirà tutto il ciclo di vita della vigna, per un periodo di un anno intero, al fine di apprendere a riconoscere le diverse fasi di sviluppo e le tecniche migliori per consentire la manutenzione di alta qualità di questa pianta. 

Ma Accademia della Vigna  non vuole essere un solo corso di formazione per la creazione di profili di professionisti della coltivazione vitivinicola. L’esperienza dei partners di progetto fa rilevare quanto la possibilità di successo di un modello alternativo a qualcosa di funzionale come le cooperative debba essere un progetto complesso, capace di rispondere a più esigenze delle aziende e dei lavoratori. Per questa ragione il corso di formazione verrà erogato in orari e con modalità che consentano ai corsisti di essere inseriti lavorativamente in maniera parallela alla loro formazione. Chi lavora con un pubblico migrante sa quanto possa essere fallimentare attivare corsi che non tengano in considerazione le necessità contingenti di questa particolare fascia di popolazione. Si tratta di persone che non possono permettersi di dedicarsi completamente ad una formazione, senza avere alcun introito, in quanto hanno necessità contingenti dovute anche al percorso migratorio. Per questa ragione, ai corsisti viene offerta la possibilità di formarsi e parallelamente di poter essere inseriti lavorativamente.

A questo punto, sorge la necessità di trovare le aziende che vogliano inserire manodopera formata nelle loro attività di coltivazione e raccolta dell’uva. E, per consentire loro di poter essere motivate a tornare ad un’assunzione diretta, Accademia della Vigna propone un modello innovativo di inserimento lavorativo elaborato da Humus Job: il job sharing. Si tratta della possibilità da parte delle aziende agricole di assumere in maniera condivisa i propri lavoratori, attraverso la formula del distacco o della codatorialità. In sintesi, un meccanismo che consente di far ruotare i lavoratori tra le aziende, abbattendo i costi di gestione delle assunzioni e condividendo le spese.

© Paolo Saglia

Attraverso un’organizzazione specifica, le aziende possono usufruire dei lavoratori secondo le proprie necessità e garantire loro un contratto di lungo periodo. In particolare nei periodi invernali, questo consente di riuscire a fornire lavoro laddove una singola realtà non riuscirebbe. Disintermediare è possibile attraverso la condivisione. Una condivisione che significa possibilità di collaborare per le aziende agricole coinvolte. Strutturare insieme le turnazioni dei lavoratori e costruire un percorso di inserimento virtuoso, dove i lavoratori tornano ad avere un nome e un volto conosciuto.

Per attivare questo meccanismo di condivisione dei lavoratori, alle aziende è offerto un servizio di facilitazione e accompagnamento da parte di Humus Job, al fine di definire al meglio le modalità di realizzazione del modello. Condizione preliminare per consentire di attivare formalmente il distacco della manodopera tra le aziende, è l’entrata a far parte del Contratto di Rete ‘Humus’. Si tratta di una Rete di Imprese agricole etiche che condividono i valori dell’eticità del lavoro e si connettono per potersi aiutare una con l’altra, proprio attraverso le pratiche di sharing. Mezzi agricoli, strutture di trasformazione, canali commerciali sono solo alcuni dei beni che possono essere messi in condivisione all’interno della Rete. Ed è proprio grazie all’esistenza di questo Contratto registrato presso il Registro Imprese della Camera di Commercio, che tutto questo è possibile. Una formula di alleanza fattiva tra le aziende, che consente di collaborare senza rinunciare alla propria autonomia. Una Rete che ha come punto di forza la presenza di un ente esterno, Humus Job, capace di facilitare l’incontro, offrire consulenze su tutti i servizi a disposizione delle reti di impresa e animare i diversi partecipanti. Il tutto con l’obiettivo di diventare una cassa di risonanza per aziende che credono, praticano e vogliono promuovere l’eticità del lavoro in agricoltura.

E proprio sulla promozione si gioca l’ultimo tassello del progetto Accademia della Vigna: il Marchio 100% Etico. Le aziende che entreranno a far parte del progetto potranno richiedere di vedersi concesso in licenza questo marchio, detenuto da Humus Job, per rendere riconoscibile al consumatore finale la propria sostenibilità sul fronte del lavoro.

E’ fondamentale che anche chi si appresta ad acquistare un vino, sia consapevole non solo della sostenibilità ambientale che prevede quella lavorazione, sia esso biologico, biodinamico o semplicemente ben fatto, ma anche di come è stato lavorato.

Il Marchio 100% Etico vuole proprio raccontare al compratore finale come è stato lavorato quel prodotto, quanto sia figlio di un processo che tiene conto di tutti i fattori che costituiscono la sostenibilità: quella ambientale, quella sociale e quella economica.

Accademia della Vigna è dunque un progetto di formazione e inserimento lavorativo ambizioso e complesso, che si pone la sfida di creare modelli positivi e trasferibili ad altre aziende e territori.

Molti i partners di progetto coinvolti già citati: Exar Social Value Solutions, Humus Job, Cpia 2 Alba Bra e Mondovì, Fai Cisl e Anolf-Associazione Nazionale Oltre le Frontiere.

Molte le azioni del progetto: dalla formazione di lungo periodo, al Job Sharing, dall’italiano tecnico, al Marchio 100% Etico.

Per affrontare un tema complesso, la soluzione è dunque articolata ma non complicata. Serve un’alleanza ritrovata tra aziende e lavoratori e tra i diversi attori dei territori.

Per queste ragioni, Accademia della Vigna si propone di connettere per innovare

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