Il coinvolgimento in prima persona dei consumatori, determina un vantaggio per le persone perché sono corresponsabili dell’impresa, parte del processo di filiera: c’è una condivisione di rischi e benefici all’interno della comunità.
Una CSA può generare una vera e propria differenza nel mondo produttivo perché è un modo per autoprodursi il cibo in maniera collettiva partecipando alle spese per coprire i costi reali di produzione e di risorse umane, in modo giusto, equo.
Come ci spiegano Lorenzo e Pietro, cambia il concetto: non si pagano i prodotti ma si coprono i costi, la persona non è più un consumatore passivo ma è un co-produttore. E il risvolto sociale lo si ritrova nella ridefinizione dei ruoli delle persone all’interno della società, a livello concettuale; a livello pratico, le persone sono consapevoli del processo produttivo e dunque sono a conoscenza che il loro contributo economico rende possibile il progetto e sono consapevoli di ciò che mangiano, modificano il modo di stare insieme attraverso la condivisione, la sperimentazione, il fare insieme e scegliere consapevolmente.
Oltre al versamento della quota per coprire dei costi, infatti, i soci co-produttori possono dedicare alla CSA tempo, energie, riflessioni apprendendo le pratiche dell’agro-ecologia, osservando Pietro e Lorenzo nel loro fare agricoltura e sperimentando insieme a loro.
“Hai la possibilità di vedere direttamente ciò che mangi, come viene coltivato – ci dice Lorenzo – sei parte del processo e tutto è agito in trasparenza con le persone che hanno scelto di far parte della CSA.”
Quando il consumatore si rende attivo nel processo produttivo e si interessa a ciò che mangia, la fiducia e la partecipazione diminuiscono il bisogno di certificazioni.
Sul tema delle certificazioni Lorenzo si scalda, le anime pure dei due giovani si sentono vibrare nella stanza sul discorso della partecipazione, della condivisione e anche su questo delle certificazioni.
Proprio per questa refrattarietà alle certificazioni, Lorenzo aveva deciso di rendersi autonomo nella commercializzazione ancora prima della nascita della CSA Cresco. Infatti, consegnava personalmente ai privati, collaborava con alcune realtà locali, per uscire dalle logiche della Grande Distribuzione e dai meccanismi economici legati al convenzionale e al biologico, per slegarsi dal concetto che ciò che viene prodotto, per essere vendibile, debba essere tutto grande uguale e standardizzato.
Animati dalla volontà di diffondere l’approccio agro-ecologico all’agricoltura, Lorenzo e Pietro si sono trovati nel desiderio di accompagnare le persone in un viaggio di scoperta e di consapevolezza attraverso il cibo, attraverso i prodotti della terra.
Lorenzo è passionale, parla con calore e ti racconta il suo punto di vista con energia; Pietro condivide i suoi ragionamenti con parole e un atteggiamento più pacati, con tempi più rilassati.
Ma quello che ascoltiamo da entrambi è un’idea, una convinzione che li accomuna e cioè l’importanza che tutte le persone siano consapevoli del ruolo attivo che hanno nel mondo – in positivo e in negativo – e che coltivare la terra significa “cambiare lo sguardo delle persone, su ciò che mangiano e sul loro rapporto col cibo – come afferma Lorenzo – cambia la socialità.”
E Pietro aggiunge che è importante e giusto che chi partecipa alla CSA possa contribuire al processo decisionale rispetto a ciò che si coltiva, alle quote, quando fare le consegne, ecc…
La Comunità a Sostegno dell’Agricoltura è un modo per sperimentare l’essere attivi nella società in cui vivi, prendere decisioni per essa, contribuire a migliorarla ed essere consapevoli che il proprio contributo può anche essere dannoso o generativo.
A proposito di questo, i ragazzi di Cresco hanno stabilito delle quote solidali: ci sono, infatti, tre quote destinate allo Spazio Vitale di Piasco (CN), un’associazione locale che si occupa di distribuzione di pasti a persone in difficoltà economiche.
Di queste quote, tutti i partecipante alla CSA pagano una parte e l’obiettivo di questa iniziativa – condiviso da tutti – è quello di farsi carico, come comunità anche di coloro che si trovano in una situazione più svantaggiata.
Ci potremmo perdere ore a parlare con Lorenzo e Pietro, sul piano degli ideali, su quello dei progetti e delle idee.
Ma ci incuriosisce molto sapere come stia effettivamente procedendo la vita di Cresco, ora che ha 1 anno di età.
E da quanto i due ragazzi ci raccontano, è una vita positiva, in salute e con buone prospettive: sono attivi da un anno e mezzo, Lorenzo e Pietro lavorano la terra e la CSA è formalmente una società agricola, divisa al 50 e 50 tra i due, che vende a privati prodotti ortofrutticoli e attività didattiche.