“La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo”,
così recita il Salmo 118 della Bibbia.
Di questo verso la Cooperativa Sociale Pietra di Scarto ha fatto il proprio manifesto politico, orientato a generare opportunità di inclusione sociale destinate a persone che vivono situazioni di oppressione, causate da percorsi di vita complicati. Il carcere , la dipendenza, lo sfruttamento lavorativo o la violenza subita diventano sfide da affrontare insieme per generare percorsi di liberazione, passando da una leva di cambiamento decisiva: il lavoro.
Da 25 anni la Cooperativa Sociale Pietra di Scarto opera sul territorio di Cerignola (FG), terra di Giuseppe Di Vittorio, di rivoluzioni bracciantili e sangue che ribolle; ma da tempo anche terra di mafia che dalla fine degli anni ’80 ad oggi ha saputo realizzare una decisiva azione di egemonia economica e soprattutto culturale, arrivando a governare direttamente da Palazzo di Città. Da due anni, infatti, il Comune è commissariato dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale in seguito ad infiltrazioni mafiose.
Il clan Piarulli e il clan Di Tommaso continuano ad inquinare la vita sociale, politica ed economica di una terra che per troppi anni è stata dimenticata e dove la mafia ha saputo generare sistemi di welfare parallelo, per dare risposte (sbagliate) a domande che la politica territoriale ha deciso di non porsi più: disoccupazione, sviluppo agricolo d’impresa, costruzione di servizi efficienti ed efficaci.
In questo contesto l’azione della Cooperativa Sociale Pietra di Scarto è stata orientata all’antimafia sociale, avendo come stella polare la Costituzione Italiana.