Oggi, però, e per fortuna, non è più il tempo tragico degli albori del movimento dei lavoratori e dell’ottusa resistenza del padronato. Nei 135 anni che ci separano dalla tragedia di Chicago, per affrontare e risolvere i conflitti di lavoro sono stati elaborati strumenti più civili della brutale repressione poliziesca degli albori. I rapporti di lavoro sono oggi regolati dalla contrattazione collettiva e producono accordi validi erga omnes.
Ma c’è di più: ci sono esperienze di cogestione (qualunque sia l’opinione che si può avere sulla sua reale efficacia) che prevedono la partecipazione diretta dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle imprese; ed è finalmente matura (ma ancora poco praticata, in verità) un’idea innovativa d’impresa: l’Impresa responsabile.
Impresa responsabile è quella che assume su di sé l’impegno solenne di rispettare, oltre agli obblighi di legge, i diritti e il benessere dei propri dipendenti ed anche di altri portatori di interessi (stakeholder) esterni ad essa: consumatori, ambiente, collettività accogliente. Non si creda che la responsabilità sociale d’impresa (Rsi) comporti solo oneri e aggravio di costi. Studi effettuati a partire dagli anni ‘90 del secolo scorso ne hanno evidenziato anche i benefici che si ritengono maggiori dei primi e capaci di assicurare pace sociale, benessere, un ambiente meno stressato e in pericolo. In tempi così precari come quelli che viviamo non è cosa da poco.
Antonio ELIA
Ex Docente di Economia