Neanche davanti alle file interminabili, agli ingressi contingentati e ai profitti accumulati durante la pandemia esplosa nel 2020, i supermercati hanno rinunciato a lanciare aste al doppio ribasso, con l’obiettivo di aggiudicarsi i prodotti agroalimentari al minor prezzo possibile.
Una pratica che rientra in una tendenza più generale della Grande Distribuzione Organizzata a schiacciare i prezzi alla produzione, facendo profitti su quelli a scaffale.
Un meccanismo che nel corso degli anni ha impoverito gli anelli più deboli della filiera agroalimentare, produttori e lavoratori.
Ma che dallo scorso novembre, grazie ad #ASTEnetevi, una ostinata campagna di advocacy guidata dall’Associazione Terra!, insieme alla FLAI Cgil e all’Associazione Da Sud, è stato ufficialmente vietato in Italia e in Europa, con l’approvazione del DL che attua la Direttiva UE in materia di pratiche commerciali sleali.
Una vittoria che arriva dopo una battaglia durata anni, in cui Terra! ha incontrato le insegne della GDO e spinto il Ministero dell’Agricoltura a proporre un protocollo che ne impegnasse alcune a rinunciare allo strumento delle aste sui prodotti alimentari.
Partendo dalle inchieste del direttore di Terra! Fabio Ciconte e di Stefano Liberti, che hanno scoperto e denunciato per la prima volta il meccanismo delle aste già nel 2016, in questi anni Terra! ha più volte messo in luce le pratiche sleali della GDO, in particolare di alcune sigle dei discount. L’ultimo caso nel marzo 2020, in piena pandemia, con Eurospin che ha organizzato una serie di aste al ribasso per acquisire prodotti della IV gamma, le insalate in busta. Questa volta i ribassi registrati sono stati del 30% rispetto al prezzo di partenza.
Un meccanismo ai limiti della legalità, più vicino al gioco d’azzardo: la Gdo convoca un’asta e chiede a tutti i fornitori di proporre un prezzo per la vendita di un determinato stock di merce. Raccolte tutte le offerte, il committente convoca un nuovo tender utilizzando quella più bassa come base d’asta. Pur di assicurarsi la commessa, il fornitore sceglie di offrire il prezzo più basso, aprendo una competizione selvaggia con i suoi colleghi. Una guerra che spinge i prezzi verso il basso e scarica i suoi effetti dannosi su agricoltori e lavoratori, mentre al consumatore resta l’illusione del risparmio.
La battaglia contro le aste non ha riguardato solo uno strumento, ma un’idea più complessa di filiera e di società. E vincere battaglie come questa significa costruire un pezzo di futuro diverso!
Maria PANARIELLO
Campaigner Associazione Terra!
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