Eravamo partiti con quasi 30 corsisti ma, come per tutti i corsi di formazioni, lo zoccolo duro che resiste fino alla fine è sempre ridotto rispetto al numero iniziale.
Sono multipli i fattori alla base di questa riduzione dei numeri.
Innanzitutto, nell’organizzazione del corso il team di progetto si è dovuto confrontare con le criticità legate alla pandemia, ossia la realizzazione on line dello stesso; questa modalità ha dei limiti, perché l’unione tra i partecipanti che viene a crearsi è sicuramente meno forte. Di contro, nei mesi di lock-down, tra zone gialle e arancioni, la formazione on-line ha permesso a molte persone di impegnare il proprio tempo seguendo tematiche di loro interesse, una serata a settimana, per otto volte. Con le riaperture e la ripresa della stagione agricola, però, molti corsisti hanno ripreso le proprie attività e altrettante aziende agricole, ingaggiate per la formazione teorica, sono entrate nel pieno dei lavori potendo garantire una presenza minore.
Sabato 9 ottobre, con i cinque tenaci partecipanti abbiamo lavorato sui temi della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – e dell’approccio collaborativo partendo dalle rispettive esperienze e progettualità.